L’organizzazione
e la struttura dei testi professionali
I
testi professionali devono fornire informazioni e - eventualmente - argomenti
in un ordine razionale: essi presentano, cioè, i dati secondo una logica
riconoscibile e segmentandoli in maniera accurata: capoversi, paragrafi,
capitoli, sezioni, volumi corrispondono ad altrettante unità di contenuto e di
comunicazione, e non sono indotte nel continuum testuale
arbitrariamente.
È
indispensabile, a questo proposito, individuare una logica di presentazione
efficace (spaziale, cronologica, causale…) e fare in modo che il testo venga
suddiviso in porzioni corrispondenti al suo contenuto: vi saranno, dunque,
capitoli, che a loro volta verranno articolati in paragrafi, che a loro volta
saranno ripartiti in capoversi, identificati secondo la medesima logica
comunicativo-contenutistica.
La
titolazione
Un
ruolo importante nella strutturazione di un documento ha la titolazione. Per
quanto non esistano ricette che garantiscano il successo, è relativamente
semplice identificare alcuni criteri di massima che facilitano la creazione di
titoli quantomeno accettabili; essi sono (1) l'informatività; (2) la
specificità; (3) la chiarezza.
Il
titolo di un testo professionale deve essere informativo, nel senso che deve
fornire al lettore indicazioni in merito al suo contenuto, e cioè all'argomento
oggetto di trattazione; deve essere preciso, cioè sufficiente a fargli
comprendere quale aspetto dell'argomento vi venga preso in considerazione ed a
quale fine.
La
preparazione dell'abstract
L'abstract (o
riassunto di presentazione) è un complemento sempre più diffuso all'interno dei
documenti professionali. Esso è in genere rappresentato da un testo di poche
cartelle in cui si presentano, in estrema sintesi, la natura, gli obiettivi, i
risultati e le prospettive di sviluppo della ricerca intrapresa; lo si premette
ai testi di una certa estensione (dalle 15 pagine in su) in modo che i lettori
cui essi sono destinati possano farsi un'idea del loro contenuto e decidano se
leggerli ed, eventualmente, quali sezioni leggerne.
Si
distinguono in genere abstract descrittivi
(o strutturali) ed informativi (o sostanziali, o contenutistici: la
nomenclatura usata è piuttosto variabile). I primi si limitano a presentare un
quadro dell'argomento o degli argomenti affrontati nel testo; i secondi
forniscono invece informazioni precise anche sul contenuto del testo, e sono
per questo in genere più lunghi e complessi - ma anche più utili ed
informativamente più ricchi.
Si
tenga presente che l'abstract è un documento a se stante e che, in quanto tale,
deve essere dotato di indipendenza e di compiutezza: non deve prevedere la
lettura di alcuna parte del documento che riassume, neppure del glossario o
delle tavole. Termini specialistici o utilizzati in accezioni particolari
dovranno, quindi, essere spiegati contestualmente o - se possibile - evitati;
ai dati di tabelle o grafi si potrà fare cenno solo cursoriamente e per quanto
necessario alla comprensione del contenuto generale del testo: i dettagli esplicativi
saranno invece riservati al documento vero e proprio. Se è strettamente
necessario visualizzare tabelle o altri complementi grafici, li si dovrà
ripetere.
La preparazione del sommario
In
un testo professionale il sommario costituisce un valido supplemento all'abstract,
perché raggruppa e presenta in formato di lista i titoli di tutti i capitoli ed
i sottocapitoli del documento. In linea di massima si suggerisce di elencare -
utilizzando caratteri che permettano di distinguere a prima vista la gerarchia
dei componenti - tutti i titoli sino al terzo livello, omettendo, se sono
presenti, sottopartizioni di livelli inferiori. Alcuni scriventi, tuttavia,
preferiscono riportare tutti i titoli, anche a rischio di generare liste molto
lunghe e complesse: è una scelta la cui opportunità deve essere valutata di
volta in volta, in base a criteri di funzionalità
La
scrittura della premessa
La Premessa costituisce
un elemento del paratesto, e non del testo vero e proprio: ad essa, quindi - se
presente - si dovrebbero affidare solo informazioni di contorno (per esempio,
indicazioni sulle ragioni che hanno spinto ad intraprendere lo studio o
chiarimenti in merito alla sua collocazione all'interno di progetti più ampi);
le indicazioni più strettamente pertinenti al testo (quelle relative alle sue
finalità, ai metodi, alla struttura…), invece, dovranno invece essere spostate
nell'Introduzione, che ne costituisce invece la prima parte.
La
stesura dell'Introduzione
Al
contrario della Premessa,
l'Introduzione pone
il lettore entro il
documento. In generale, l'introduzione di un documento professionale
risponde a quattro fini fondamentali:
indicare
la natura del testo;
chiarire
la sua funzione;
precisare
quali siano le conoscenze presupposte ai fini della sua comprensione ed
eventualmente - valutate le caratteristiche del proprio uditorio - fornire
informazioni di supporto;
evidenziare
quale sia la sua struttura.
In
particolare, per quanto attiene al punto a., si dovrebbero chiarire,
nell'Introduzione, quali siano l'estensione ed i limiti del documento: quali,
cioè, gli argomenti trattati, quale l'ottica in cui essi sono presi in
considerazione, quale la prospettiva adottata nella trattazione (si potranno
anche indicare, naturalmente, quali siano gli argomenti che non si sono presi
in considerazione, le variabili che non si sono tenute in conto, i quadri
problematici che si sono ignorati).
Per quanto concerne il punto b., si dovrebbero precisare nel segmento introduttivo del documento non solo le finalità per cui il testo è stato realizzato, ma anche le ragioni che fanno di esso un contributo utile alla comunità degli intellettuali; se possibile - soprattutto in ambito tecnico - è buona norma mettere in evidenza anche potenziali vantaggi pratici che derivino dall'uso dei dati raccolti nello scritto o dall'implementazione dei suggerimenti che esso fornisce.
Per quanto concerne il punto b., si dovrebbero precisare nel segmento introduttivo del documento non solo le finalità per cui il testo è stato realizzato, ma anche le ragioni che fanno di esso un contributo utile alla comunità degli intellettuali; se possibile - soprattutto in ambito tecnico - è buona norma mettere in evidenza anche potenziali vantaggi pratici che derivino dall'uso dei dati raccolti nello scritto o dall'implementazione dei suggerimenti che esso fornisce.
Quanto
poi il punto c., sarebbe utile fornire, in una sezione dell'Introduzione, le
notizie di fondo che appaiono funzionali a rendere più facile e completa, al
proprio uditorio, la comprensione del testo: è ovvio che la quantità di
informazioni deve essere tanto più ampia quanto più settoriale è il testo e
quanto meno specialistico è il suo destinatario primario.
In
merito, infine, al punto .d, ci si dovrebbe preoccupare di chiarire sempre,
secondo modalità variabili, quali siano l'articolazione e la struttura del
documento, costruendone una sorta di "mappa" che guidi il lettore
nella sua interpretazione.
L'articolazione
in sezioni
Dove
si dovrebbero operare i tagli in un testo scientifico? Non è facile dare una
risposta che non rischi di essere generica: un suggerimento sempre valido è
quello di considerare il brano che si vorrebbe trasformare in una unità formale
(sezione, capitolo, paragrafo, capoverso) verificando che esso coincida
effettivamente con un'unità di informazione, chiaramente distinta da quelle che
lo precedono e lo seguono, per quanto ad esse collegato.
Si
verifichi anche che tale unità, se più ampia di un capoverso, possa essere
titolata: il fatto di poter dare un titolo informativo ad una porzione di testo
indica che essa si diffonde su un argomento preciso; il fatto contrario,
invece, suggerisce, di norma, che il segmento testuale non è sufficientemente
indipendente e che deve essere, per questo, accorpato a quello che lo precede o
a quello che lo segue.
Nel
caso di un capoverso, l'applicazione di un titolo può sembrare pretestuosa: può
essere allora più utile tentare di identificarne la frase guida o topic
sentence, che dovrebbe esprimere il nucleo informativo del capoverso: se
essa è presente ed è facilmente individuabile, quello che si sta analizzando è
un paragrafo ben formato, altrimenti dovrà essere rivisto e completato.
La
scrittura delle conclusioni
La
conclusione di un testo tecnico-scientifico e professionale contiene, di norma, (a) la
presentazione delle conclusioni cui ha condotto la propria indagine; (b) una
loro analisi e(c), se ciò ha un senso, la proposta di un loro sviluppo
applicativo o teoretico.
Le
appendici documentarie ed iconografiche e gli allegati
L'allestimento
di una o più appendici documentarie risponde, in generale a differenti
esigenze: quella di offrire informazioni dettagliate, che non possono essere
incluse nel corpo del testo perché troppo ampie o perché, comunque, tali da interrompere
il flusso testuale; quella di fornire informazioni utili soprattutto
all'uditorio secondario; quella di arricchire la propria documentazione con
materiale interessante ma di interesse collaterale e, quindi, non collocabile
entro il nucleo testuale principale.
A
fini analoghi rispondono le appendici iconografiche; si aggiunga che, in alcuni
casi, la scelta di collocare in appendice il materiale iconografico è reso
necessario dalla gestione del documento: se, infatti, la collocazione di
figure, diagrammi e grafici in prossimità del testo che vi fa riferimento è
senz'altro la soluzione comunicativamente più efficace, quando l'apparato sia
particolarmente esteso o quando le illustrazioni siano molto voluminose, essa
non è praticabile. Non resta, dunque, in questi casi, che inserire le immagini
indispensabili nel corpo del testo e rinviare al resto della documentazione in
appendice.
Si
ricordi che le appendici devono essere numerate in sequenza (Appendice 1,
Appendice 2 ecc. oppure Appendice A, Appendice B ecc.) e portare un titolo
esplicativo (Appendice1: testi e documenti su significato e referenza nella
filosofia del linguaggio; Appendice 2: diagramma di flusso per l'allestimento
di un sito Web, dalla progettazione alla messa in linea; Appendice A: testo del
protocollo di intesa per la realizzazione del progetto Alfa-gammatronics).